La tela raffigura Sant’Emidio, vescovo di Ascoli Piceno, tradizionalmente invocato come protettore nelle tragiche circostanze dei terremoti: il Santo, riccamente vestito con le insegne della sua dignità, è raffigurato di tre quarti su una nube, lo sguardo rivolto verso la lama di luce che s’irradia dall’alto dei cieli, attorniato da un volo d’angeli che gli porgono la palma e il pastorale.
Un angioletto alla sua sinistra indica in basso un paesaggio urbano squassato dal sisma.
Il dipinto, da mettere in relazione con l’intensa opera di ricostruzione intrapresa dopo i devastanti terremoti del 1703, è opera di buona scuola ancora legata alla maniera romana di fine Seicento.