La tela fu compiuta intorno al 1640 da Vincenzo Manenti, che fu tra i protagonisti dei lavori di ripristino intrapresi intorno alla metà del XVII secolo.
La convenzionalità dello schema, incentrato sulla figura del Santo venerato dai membri della Confraternita attiva presso la chiesa reatina, è riscattata da alcuni tratti tipicamente manentiani dell’opera, come la fresca immagine del Bambino Gesù che sporge con la testina ricciuta alle spalle di Sant’Antonio o l’efficace, luminoso scorcio paesaggistico che si apre al di sotto della sua mano destra, levata a benedire i fedeli.