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Benché siano perduti tanto gli attributi iconici quanto le reliquie, all’origine incluse nella piccola teca del basamento, la statua in legno laccato e dorato consente l’identificazione sulla scorta della tradizionale tipologia, fissata con il contributo della descrizione resa da Eusebio di Cesarea: il bel vecchio dai tratti marcati, dall’atteggiamento solenne, indossa ricche vesti sacerdotali ed ha la mano sinistra tesa nel gesto di sostenere un oggetto, che può ragionevolmente individuarsi nelle chiavi del Regno dei cieli.

La devozione per l’apostolo che subì il martirio a Roma al tempo di Nerone, fra il 64 ed il 67, fu diffusa a Rieti fin dall’VIII secolo presso le pertinenze farfensi di San Pietro in atrio Sancti Arcangeli Michaelis e di San Pietro in classicella, poi – dopo il XII secolo - presso la parrocchiale denominata dalle fonti d’archivio in porta o in ponte poiché aveva sede lungo il tratto urbano della consolare Salaria.

A San Pietro era inoltre intitolata una chiesa rurale in campo Reatino, come attesta la Bolla di papa Anastasio IV nel 1153.

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San Pietro apostolo, reliquiario
Legno
Sec. XVII
Mensa vescovile