La statua in legno inciso e dipinto è opera di anonime, ma esperte maestranze locali del XVII secolo: il Santo, nato dalla nobile famiglia Gonzaga nel 1568, fu avviato alla carriera militare dal padre Ferrante, marchese di Castiglione delle Siviere, ma giovinetto rinunciò ai diritti ereditari per intraprendere il noviziato presso la Compagnia di Gesù.
Sotto l’autorevole guida di Roberto Bellarmino, si dedicò agli studi e si prodigò nell’assistenza agli ammalati durante un’epidemia di peste che colpì Roma nel 1590. Contagiato dal morbo, morì il 21 giugno 1591.
Beatificato nel 1606, San Luigi Gonzaga fu additato dai Gesuiti a modello di vita spirituale alle giovani leve dei loro collegi. Il suo culto fu approvato fin dal 1621; la canonizzazione seguì nel 1726, sotto il pontificato di Benedetto XIII.
Con analogo intento, la sua effigie fu collocata nella sede del Seminario Diocesano, dove si formò rinnovandosi per generazioni la giovane linfa del clero locale. Il Santo è raffigurato secondo i canoni dell’iconografia, con la bianca cotta finemente decorata sulla nera veste talare, il volto giovanile dai tratti gentili, lo sguardo concentrato nella meditazione. E’ perduto l’ emblema parlante che il Santo doveva recare nella mano destra, flessa nell’atto di sostenere il Crocifisso o il giglio simbolo di purezza e di virtù.