Tobiolo viene raffigurato dall’artista nettunese come un bambino ignudo, indifeso, atterrito ed attratto ad un tempo dalle insidie del demonio che tende verso di lui i serpenti, simbolo del peccato, fino a spingerlo sull’orlo di un precipizio.
Ma la rassicurante presenza dell’angelo, dalle delicate fattezze, dal gesto protettivo, domina la scena sospesa fra cielo e terra.